La Tempesta – voci di un’Isola sola

da William Shakespeare

Una co-produzione Punto in Movimento / Teatro Stabile Verona Atlantide

Regia:
Roberto Totola e Paolo Valerio.
Direzione artistica:
Eugenio Chicano.
Interpreti:
Marina Furlani, Eugenio Chicano, Paolo Valerio, Roberto Totola.
Tecnico:
Marco Di Marzo.

Scene, luci e costumi a cura di Punto in Movimento
Una produzione Punto in Movimento in collaborazione con Stone Italiana e gestita da Doc Servizi.

“La Tempesta è dentro di noi”, questa è l’immagine da cui siamo partiti per raccontare la nostra tempesta, è questa l’immagine di Shakespeare ma di molti altri autori con cui ci siamo incontrati, confrontati, contaminati. Una Tempesta che ci vuole parlare di solitudine, di paura, di incomunicabilità, dentro di noi.
Uno spettacolo ma ancor prima e soprattutto un incontro di due esperienze artistiche, quelle di Punto in Movimento e Atlantide Teatro di Verona. Abbiamo confrontato la nostra idea di linguaggi di teatro, dalla musica alla poesia, dal lavoro sul corpo all’immagine.
“Voci di un ‘isola sola” è il titolo che abbiamo voluto dare a questo nostro lavoro, proprio per raccontare attraverso queste voci che parlano una dell’ altra, attraverso racconti di attori che raccontano uno dell’altro, la nostra illusione di un luogo immaginario sospeso tra realtà e fantasia come il teatro è sospeso tra la vita e i sogni, come il vascello è sospeso tra l’oceano e il cielo, come l’ isola di Calibano, Prospero e Ariele tra la parola e il testo.
In questo non luogo, in quest’isola non trovata si dipana questo insostanziale spettacolo della vita destinato a svanire nell’aria incorporea. Una metafora semplice e drammatica di un’esperienza teatrale di personaggi umani, troppo umani, vicini e uguali a noi attori.

Paolo Valerio

La Tempesta è stato un gioco, un pretesto per elaborare il linguaggio shakespeariano e trarre tutto quello che sentivamo il bisogno di esternare, di esprimere.
Da un lavoro fatto di emozione, espressività corporea, ricerca sul testo è nato questo nostro personale studio. Fondamentale la presenza fisica che gli attori creano sul palcoscenico attraverso un disegno registico costruito utilizzando l’allenamento dell’attore, esercizi plastici, improvvisazioni, ecc… tutti passaggi importanti per raggiungere il nostro obiettivo principale: il punto di vista dei “segni” e dei “significati” propri del teatro povero.
L’utilizzo di mezzi espressivi “forti” quali il video, i microfoni, il suono quadrifonico, che fanno da importantissima base allo spettacolo, è stato lo spunto perchè la nostra ricerca si orientasse, e conseguentemente si completasse, attraverso il linguaggio della poesia.
Shakespeare, Eliot, Baricco, Saramago, Hikmet ci hanno fatto da guida. Assieme a Prospero, Gonzalo, Ariele, Calibano. Ci siamo ritrovati scrittori di noi stessi, delle nostre vite, dell’esperienza vissuta assieme.

Roberto Totola

TEMPESTA (sostantivo femminile)
1. Agitazione violenta della superficie del mare o di un lago: la nave fu travolta dalla tempesta… ecc.
ma vediamo il punto 2. (figurato): agitazione, turbamento dell’animo: col cuore in tempesta… adesso ci siamo.
La voce per gridare amore, il sentimento non la parola.
Tutti abbiamo un’isola e viviamo in un’isola.
Siamo soli, ma tutti sappiamo che ci sono altri “soli”, riconoscersi non è uno scherzo.
Il segreto sta nel naufragio; naufragate e, giunti sfiniti sulla sabbia in riva al mare, voltate il capo in ogni direzione nella speranza di trovare almeno un compagno di viaggio, un solo naufrago, solo come voi, che parli la vostra stessa lingua.
Voci di un’Isola sola.

Eugenio Chicano

Il teatro che ha sempre contraddistinto Punto in Movimento è un teatro di gruppo, di lavoro fisico, pregno di “segni e significati”. Stanislawskij, Grotowski, Barba, Strasberg, Peter Brook i maestri. Il lavoro quotidiano: l’allenamento dell’attore, esercizi plastici, improvvisazioni. Le produzioni non vengono mai pensate in maniera statica, vengono allestiti spettacoli che sono nati per il palcoscenico in luoghi nuovi, diversi (e viceversa), anche al limite delle possibilità combattendo la “chiusura” di un modo di pensare che va spesso in una sola direzione.