Cyrano De Bergerac

di Edmond Rostand
Traduzione: Mario Giobbe.

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Regia:
Roberto Totola.
Musiche:
Giannantonio Mutto.
Personaggi e interpreti:
Cyrano De Bergerac: Solimano Pontarollo
Rossana: Marina Furlani
Cristiano: Roberto Totola
De Guiche: Eugenio Chicano
Le Bret: Lachezar Yankov, Corrado Fraccaro
Dama di Compagnia: Franca Zanetti
Il Frate: Giancarlo Bellesini
Soldati: Giulia Gurzoni, Jacopo Totola.
Tecnico:
Marco Di Marzo.

Scene, luci e costumi a cura di Punto in Movimento
Una produzione Punto in Movimento in collaborazione con Stone Italiana e gestita da Doc Servizi.

Presentazione

Edmond Rostand ha scritto il “Cyrano” nel 1897: la tragedia eroica derivazione dell’antica poesia cavalleresca italiana e francese, l’amore infelice, l’avventura e la beffa, la recitazione in versi incatenati, mondo in cui era dolce morire come vivere, in cui si viveva e si moriva per la Donna e per l’Onore, in cui l’amore e l’eroismo davano all’esistenza umana ali divine.
Rostand si era ispirato alle vicende e agli scritti di Cyrano Savinien de Bergerac, autore drammatico e scrittore satirico francese della metà del Seicento reinterpretando questa figura secondo i canoni di una sensibilità moderna e trasformandolo in un eroe geniale e temerario.
Per l’eccezionale trionfo di pubblico e critica, riportato tra i 1897 e il 1900, Rostand viene insignito dell’onorificenza di ufficiale della Legion d’onore e eletto all’ Acadèmie Francaise (1901).

Il Cyrano messo in scena dalla Compagnia Punto in Movimento è legato fortemente al disegno del suo autore, come utilizza anche, nel suo linguaggio, la metrica originale tradotta e riadattata dal regista Roberto Totola, ma, pur volendo rimanere l’eroe romantico sopradescritto, diventa nella nostra idea, molto importante la sua presenza fisica nel rapporto con i personaggi a lui vicini; quest’ultimi essendo stati ridotti numericamente a cinque interagiscono con il personaggio principale della nostra storia creando un movimento scenico importante dal punto di vista dei “segni” e dei “significati” propri del teatro povero. Trionfa la sua diversità, il rifiuto all’asservimento e al conformismo, al potere attraverso un disegno scenico fatto di allenamento dell’attore, esercizi plastici, improvvisazioni registicamente diretti al nostro scopo finale: il riconoscimento della forza della poesia dell’uomo che nobilita se stesso.

La peculiarità che fa diventare il “nostro” Cyrano originale è che lo spettacolo nasce sull’acqua; acqua che diventa simbolo di nascita e di morte del protagonista stesso.
Che circonda dividendo, ma anche abbracciando, i vari personaggi che si muovono attraverso la vicenda.
Si è utilizzata una piattaforma 6m X 4m che viene spostata e fermata dagli attori stessi con delle corde, o spinta con delle canne di bambù, equilibrata o schiacciata fino a creare varie altezze, producendo agli attori difficoltà di equilibrio e instabilità, a seconda delle situazioni che si vengono a comporre. Assieme anche ad una barchetta, a completare l’utilizzo dello spazio scenico, diventato ovviamente, in questo caso, una piscina settecentesca.

Ovviamente lo spettacolo ha vita propria. Il palcoscenico (o una piazza o un giardino, villa, castello…) al posto della piscina o di una superficie acquosa non denatura il nostro lavoro del suo significato portante che, come abbiamo già sottolineato, è legato fortemente alla fisicità.

Il teatro che ha sempre contraddistinto Punto in Movimento è un teatro di gruppo, di lavoro fisico, pregno di “segni e significati”. Stanislawskij, Grotowski, Barba, Strasberg, Peter Brook i maestri. Il lavoro quotidiano: l’allenamento dell’attore, esercizi plastici, improvvisazioni. Le produzioni non vengono mai pensate in maniera statica, vengono allestiti spettacoli che sono nati per il palcoscenico in luoghi nuovi, diversi (e viceversa), anche al limite delle possibilità combattendo la “chiusura” di un modo di pensare che va spesso in una sola direzione.